di Sergio Costa, Ministro dell'Ambiente
L’anno scorso abbiamo consumato e sprecato 52 chilometri quadrati di suolo. Ce lo possiamo permettere in un Paese che ha tanta fragilità? No! L’Italia è soprattutto formata da colline e montagne ma l’80% della popolazione vive nel 20% delle aree rimanenti che sono urbane. Ce lo possiamo permettere? Ancora una volta la risposta è no. E poi: ci possiamo permettere di avere nelle aree urbane e nelle città metropolitane spazi non bene utilizzati? No.
Possiamo utilizzare gli spazi esistenti e non cementificare più? Sì. ASSOLUTAMENTE SI!
Il suolo non è rinnovabile. Per questo dobbiamo al più presto riprendere il testo della legge sul consumo di suolo che si è arenata la scorsa legislatura, migliorarla e portarla a compimento. Non c’è più tempo. Tutto questo andava fatto ieri.
In questa legge mi piacerebbe che si parlasse di spreco di suolo oltre che al consumo di suolo. Bisogna far sì che ci sia una maggiore attenzione dello Stato nelle zone di particolare fragilità, e non solo parchi ma anche zone costiere, franose, che però sono anche le più aggredite.
Vorrei che prima di costruire si facesse il bilancio ecologico, allargare la visione che non può essere solo economica ma considerare altri fattori: ambientali e sociali. Sull’abusivismo snellirei le procedure facendo intervenire la procura generale e non le prefetture; il demanio potrebbe acquisire automaticamente le lottizzazioni abusive per metterle a disposizione del territorio con un bando pubblico per aiutare pensionati e famiglie in difficoltà.
E così anche nelle aree verdi, nei parchi, dove prima c'erano degli abusi edilizi si potrebbero piantare alberi per ricreare dei boschi oppure, attraverso un bando pubblico, prevedere i cosiddetti orti urbani. Sarebbe un bel messaggio: dove prima c'era un caseggiato abusivo ora c'è uno spazio per i cittadini.