Chi ha tradito chi


Cavalcare la rabbia di un popolo, stanco di una classe politica chiusa e abbarbicata nelle stanze del potere

è stata una grande impresa.

Applicare un'insegna ed un nome a questa rabbia e far sentire le persone unite e non più sole sotto la stessa bandiera,

è stata una grande intuizione.

Camminare insieme verso l'obbiettivo, di ricostruzione di uno stato con alla base i principi di

onestà democrazia rispetto per i beni comuni, partecipazione e condivisione,

è stata una bella esperienza.
I nomi ed i simboli non sono delle persone ma dei principi che li hanno ispirati.

Roberto Zorro.


Queste immagini non hanno bisogno di commento

l'italia è un paese di contemporanei, un paese che non ha memoria,

Ugo Ojetti


Chi ha tradito chi
Cavalcare la rabbia di un popolo, stanco di una classe politica chiusa e abbarbicata nelle stanze del potere è stata una grande impresa.

Applicare un'insegna ed un nome a questa rabbia e far sentire le persone unite e non più sole sotto la stessa bandiera, è stata una grande intuizione.

Camminare insieme verso l'obbiettivo, di ricostruzione di uno stato con alla base i principi di 

onestà democrazia rispetto per i beni comuni, partecipazione e condivisione, è stata una bella esperienza.

I nomi ed i simboli non sono delle persone ma dei principi che li hanno ispirati.

Roberto Zorro.


Ai Castelli romani piantiamo alberi dove altri volevano cementificare



Se devo scegliere una guida in un nome, che rappresenti,

con il suo scritto e le sue idee, il desiderio di riportare l'onestà in una società estremamente corrotta, scelgo senza ombra di dubbio Girolamo Savonarola.

E mi dispiace ma mai sceglierei Francesco D'Assisi.

E allora grido  "Grillo Ravvediti"

    Roberto Zorro




Salvini ha agito da irresponsabile,

adesso il potere è nelle mani dei 5 Stelle

Salvini ha commesso un gravissimo errore, un errore da principiante: ha irresponsabilmente innescato la crisi che lo sta portando al suo stesso annichilimento. Adesso il Movimento 5 Stelle si trova in una posizione di vantaggio. E’ l’unico che può salvare l’esperienza populista dall’ordine dominante liberista. A loro però spetta anche la posizione di maggiore rischio, perché possono determinare il crollo definitivo dell’unione gialloverde.

Se si allea col Partito Democratico, il 5 Stelle consegna la patria agli europeisti, ai globalisti, agli amici cinici della finanza.

Radioattività, la pillola del giorno con Diego Fusaro

 

Che tristezza sentire attivisti di un moVimento,

nato su un'idea cresciuto su un'idea,
preoccuparsi se quell'idea

la cavalca di maio o di battista o tizio o caio o quello piu bello o piu simpatico.
Concentrarsi sul narratore e non sul narrato fa parte di una politica

che questo movimento ha combattuto e vinto, nei numeri,

con un narratore che non era neanche candidato.

Il moVimento è una TIGRE e la sua forza è nella FORZA della TIGRE,

non in chi la cavalca in quel momento.

Formare un fantino è importante,
ma pensare che la forza è nel fantino significa non alimentare più la TIGRE.

Roberto Zorro


Morituri te salutant

di: MARCO TRAVAGLIO 

Rileggere Montanelli è sempre un ottimo esercizio, perché è morto 18 anni fa, ma è più vivo e attuale che mai.

Il 28 agosto 1994, cioè 25 anni fa, scriveva questo sul primo governo B.:
“Nelle ultime due settimane i consensi al governo e al suo capo sono passati dal 48 a quasi il 54%... È stata proprio questa politica balneare con le sue scene da telenovela minuziosamente descritte in tutti i loro particolari e diffuse in tutta Italia (e speriamo solo in Italia) da televisioni pubbliche e private in gara di zelo, a provocare questa impennata di popolarità.
Se le cose stanno così... dobbiamo cospargerci il capo di cenere e chiedergli scusa. I problemi non li ha ancora affrontati né risolti. Ma è chiaro che gl’italiani sono sempre più convinti che lui è il solo uomo capace di farlo, e comunque quello in cui più e meglio si riconoscono”.
Perché non amano i “personaggi color fumo di londra”, tipo De Gasperi o Einaudi: “Vorreste mettere il gioioso e giocoso Cavaliere, con le sue risate, le sue barzellette, il suo ottimismo, la sua cordialità, le sue barche, le sue ville. Vorreste mettere. Forse l’Italia non è lui. Ma certamente lui è l’Italia come gl’italiani vorrebbero che fosse. Il sondaggio non può avere altro significato”.
Conclusione beffarda e paradossale: non resta che adeguarsi, arrendersi, mettersi a vento. “Senza bisogno di sopprimerci come minacciano di fare certi suoi alleati e ministri, finiremo automaticamente confinati in una specie di Arcadia del buoncostume politico, quello che usava quando Berta filava (ora va alla Standa di Berlusconi e compra il pret-à-porter).
Non siamo pericolosi. La nostra audience si assottiglia di giorno in giorno nella stessa misura in cui s’infoltisce quella del Cavaliere. Ave, Silvio, morituri te salutant”.

Ditemi voi se non è la fotografia dell’Italia di oggi: basta sostituire B. con quell’altro cazzaro.

Maestro d’ironia e paradosso, Montanelli provocava: infatti continuò a combattere il Caimano per altri sette anni, fino alla morte.

E lo fece, conoscendolo nel profondo, con le uniche armi in grado di fargli davvero male: lo sberleffo, il sarcasmo e il disprezzo.
Lo prendeva sul serio solo quando scherzava e lo trattava da pagliaccio quando faceva sul serio. Evitando la demonizzazione ossessiva e parolaia “h 24” che per vent’anni dannò la sinistra, peraltro beccata mille volte a inciuciare col presunto nemico.
La stessa ossessione che riciccia oggi per Salvini, combattuto con gli stessi toni sdegnati, gli stessi autogol (il tifo per la Ue, le Ong, Macron, lo spread, le procedure d’infrazione) e gli stessi snobismi col ditino alzato.
Sia che faccia scemenze innocue (sui social o al Papeete Beach).
Sia che si macchi di condotte gravi (lo scandalo Arata-Siri, il caso Rubli, le bugie per nasconderli, il rifiuto di riferire in Parlamento e in Antimafia, le sparate razziste, le intimidazioni a giornalisti e contestatori, le leggi vergogna riuscite e tentate).

In questa penuria di teste pensanti, Montanelli resta la bussola migliore per orientarsi nella jungla della politica e della società.
Che paiono tutte nuove, e invece sono vecchie come il cucco.

L’Italietta arrapata dall’afrore del ducetto di turno sta per compiere cent’anni.
E non ha mai imparato la lezione.

Salvini non è il nuovo Mussolini, semmai il nuovo Ridolini; il 1922 fu una tragedia e il 2019 è una farsa.
Ma lo spettacolo delle opposizioni in Parlamento ricorda quello di liberali, socialisti e popolari all’avvento del fascismo. A cui spianarono la strada fingendo o credendo di combatterlo.

Ieri Pd e FI potevano rifilare il primo vero smacco a Salvini, mandando in frantumi la coalizione giallo-verde con una semplice uscita dall’aula, che avrebbe fatto passare le mozioni M5S-LeU. Invece si sono coalizzati con lui.
Poi, ridicoli, han ricominciato a invocare le elezioni: quando era assodato che, anziché la crisi, sarebbero scattate le ferie.
Con “nemici” come questi, il Cazzaro può campare di rendita chissà quanto.

La cosiddetta informazione dovrebbe smetterla di definire Pd & FI “opposizioni” e di stalkerare i 5Stelle perché facciano ciò che conviene a loro, ma non a noi: aprire una crisi che consentirebbe a Salvini di attuare il suo piano senza pagare pegno.
Cioè farsi la campagna elettorale contro i grillini traditori (ieri è lui che ha tradito, votando col Pd), votare a ottobre e occupare Palazzo Chigi.
Gli unici ostacoli alla sua presa del potere non stanno all’opposizione o nei giornaloni.
Ma:
• a Palazzo Chigi (Conte, che anche oggi gli darà qualche cazzotto con mano guantata),
• al Quirinale (Mattarella, che fa l’arbitro imparziale e tanto basta a indispettirlo),
• in Vaticano (il Papa che non riceve il catto-pagano e che denuncia l’uso politico della religione ridotta a superstizione)
• e qua e là per l’Italia (i No Tav e gli altri movimenti ambientalisti, il popolo degli striscioni, la Raggi che difende la Capitale dalla protervia fascio-salvinista ecc.).

Potrebbero esserlo anche i 5Stelle, se capissero che Salvini evoca continuamente la crisi (per qualche poltrona in più col rimpasto? O per votare davvero? E quando?), ma non vuol essere lui ad aprirla: teme nuovi sviluppi degli scandali leghisti e non sa quanto perderebbe rovesciando il premier e il governo più popolari degli ultimi 10 anni.

Paure che un M5S ai minimi storici, con ben poco da perdere, dovrebbe usare per passare da ricattato a ricattatore.
Mettendo sul tavolo cinque leggi-bandiera previste dal Contratto, sfidando Salvini a proporne altrettante (con le coperture finanziarie) e poi votandole a coppie: una del M5S e una della Lega insieme, onde evitare che quello incassi i voti degli alleati e poi neghi loro i propri.

Così, se il Cazzaro vuole comandare da solo, sarà lui a rompere.
L’alternativa è la beffa montanelliana: “Ave Matteo, morituri te salutant”.

 

Il   mondo   sta   passando   di   mano,

stiamo  diventando  una  proprietà

delle  multinazionali  finanziarie. 

C’è l’ex presidente del fondo monetario internazionale

a dirigere la banca che si è impossessata dell’Europa. 

Questo non significa che noi abbiamo smesso di essere

una   democrazia   parlamentare.

Credere che basti essere al governo, in tandem, per

bloccare  un  processo  demenziale  come  questo

significa avere dimenticato che non siamo una

repubblica presidenziale oppure una dittatura.

 

IL SINDACO ANDREOTTI GIOCA CON LE POLTRONE

GROTTAFERRATA SPROFONDA NEI SUOI MOLTEPLICI PROBLEMI

UNICI VINCITORI

LA LOBBI DEGLI ARCHITETTI


Caro Sindaco Andreotti invece di darti

"le martellate sulle gengive"

dai le D I M I S S I O N I

Aver negato, per la sua incompetenza, 5 milioni di euro
ai cittadini ed al territorio
di Grottaferrata
è un danno che non ha eguali sulla gestione di questo ente.


Il nostro sindaco conosce la differenza tra
problemi di viabilità e
problematiche di messa in sicurezza?
Visto che la richiesta del bando era chiara
" messa in sicurezza "

La risposta di Andreotti all'interrogazione
del consigliere Famiglietti in consiglio comunale
è stata un'ammissione di colpa.

Roberto Zorro

LE SCUOLE DI GROTTAFERRATA NON USUFRUIRANNO DEL CONTRIBUTO PER LA MESSA IN SICUREZZA

PERCHE' LA GIUNTA ANDREOTTI NON SA FARE IL SUO LAVORO!



L'UOMO CHE HA CREATO L'AZIENDA DEL FUTURO

HA RIPORTATO I RAPPORTI SOCIALI AL MEDIOEVO

Jeff Bezos, il CEO di Amazon

Nel 1986 Jeff si laurea alla Princeton University in ingegneria elettronica ed informatica, ed approda a Wall Street, lavorando nel settore informatico.

E' nel 1994 che fonda il sito Cadabra.com, poco dopo rinominata Amazon.com, dal nome del Rio delle Amazzoni,

nel 1995 è semplicemente una libreria online.

Quanto guadagna Jeff Bezos?

Jeff Bezos ha uno stipendio annuo di 1.681.840 dollari, il suo patrimonio ammonta a 151 miliardi di dollari.

I dipendenti di Amazon sono i più sfruttati tra i lavoratori di una società tecnicamente evoluta.

La crescita di ricchezza di  Jeff Bezos si basa sull'impoverimento progressivo del potere di acquisto della sua stessa

clientela.

I suoi dipendenti sono i clienti di Amazon.

Roberto Zorro

TRADIRE I PRINCIPI CHE TI HANNO FATTO GRANDE

NON PORTA ALLA VITTORIA

MA ALLA SCONFITTA


Liste civiche servono alla spartizione delle poltrone. 

Dunque non dovremmo neanche pensare di cedere,

in nome di qualche voto in più.

Le liste civiche sono lobby di paese
questi “ portatori di interessi privati “ si uniscono solo
per soddisfare i propri bisogni.


Siederanno accanto a te in consiglio comunale;
Che pezzo di dignità ti venderai per avere la poltroncina di sindaco?


L'unica strada da percorrere è quella di cambiare una legge elettorale sbagliata.

Roberto Zorro



Gioco d’azzardo

il movimento 5 stelle di Grottaferrata in prima linea per ottenere le limitazioni agli orari di apertura per contrastare la ludopatia

Il contrasto alla ludopatia mediante le limitazioni orarie ai videopoker e alle slot machine è un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico


Il Patto Macron-Merkel e quei 500 milioni di cittadini europei

tenuti fuori dalla porta

Autore: Vito Rosario Petrocelli

Luigi Di Maio ha avuto il coraggio di squarciare il velo di ipocrisia che nascondeva lo scandaloso sistema del franco CFA suscitando, come ovvio, le ire di Macron. Un sistema neocoloniale che affama mezza Africa ma al quale, secondo Macron, gli Stati africani aderiscono con gioia e dal quale sono liberi di sganciarsi in ogni momento. Vogliamo ricordare che fine hanno fatto tutti i capi di Stato africani che hanno tentato di farlo?

Nel 1963 Sylvanus Olympio, primo presidente eletto del Togo, si rifiutò di sottoscrivere il patto monetario con la Francia. Il 10 gennaio 1963 ordinò di iniziare a stampare una moneta nazionale e tre giorni dopo fu rovesciato e assassinato in un golpe condotto da ex militari dell’esercito coloniale francese.

La stessa sorte toccò a Modioba Keita, primo presidente della repubblica del Mali: nel 1968, appena annunciò l’uscita dal franco coloniale CFA denunciandolo come trappola economica per il suo Paese, rimase vittima di un colpo di Stato, guidato anche qui da un ex legionario francese.

Nel 1987 fu la volta dell’eroe panafricanista Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso indipendente, ucciso in un golpe sostenuto dalla Francia dopo aver proclamato la necessità di liberarsi dal gioco neocoloniale del franco CFA.

In tempi più recenti la Francia è intervenuta direttamente: nel 2011 il presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, propose di salvare l’economia del Paese abbandonando il franco FCA in favore del Mir, Moneta ivoriana di resistenza: pochi mesi dopo la Francia bombardò il palazzo presidenziale e le forze speciali francesi fecero prigioniero Gbagbo.

E arriviamo a Muhammar Gheddafi, che progettava di rimpiazzare il franco CFA con una nuova valuta panafricana basata sul dinaro libico e sostenuta dalle ingenti riserve auree di Tripoli. Una e-mail del 2 aprile 2011 ricevuta dall’allora segretario di Stato americano Hillary Clinton da un suo stretto collaboratore spiegava che questa era la motivazione principale dell’attacco militare francese.

Questa è la sorte di chi si è opposto al ‘libero e volontario‘ sistema del franco CFA, il simbolo più visibile di un neocolonialismo che permette alle multinazionali di depredare a rischio zero le immense riserve di materie prime dell’Africa Occidentale: uranio, metalli rari, oro, petrolio, gas ma anche legname pregiato e derrate alimentari. Non si può più far finta di non vedere: il pieno diritto all’autodeterminazione dei popoli dell’Africa rappresenta la battaglia di civiltà più importante dei nostri tempi.



 
 
 
 

O partigiano, portali via

 
 

Piantiamo alberi, non c’è più tempo da perdere

Piantiamo alberi, creiamo nuove foreste e aree boscate urbane per combattere l’inquinamento ed i cambiamenti climatici che come ha drammaticamente denunciato il segretario generale dell’Onu qualche giorno fa “stanno avanzando più velocemente del previsto”. Non c’è più tempo da perdere.

In poche settimane, sono arrivate centinaia di richieste d’informazione e adesione da oltre 300 Comuni per partecipare ad Alberi per il Futuro 2018 (www.alberiperilfuturo.it).

Domenica 18 novembre in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, che si celebra il 21 dello stesso mese, metteremo a dimora migliaia di nuove piante ed arbusti.

Dal 2015 ad oggi tantissimi volontari organizzati dal Movimento 5 Stelle, hanno piantato oltre 27.000 alberi in 72 città italiane. Una iniziativa che era nel cuore di Gianroberto Casaleggio. Quest’anno vogliamo essere ancora di più! E’ il modo più bello per sentire Gianroberto sempre al nostro fianco e combattere una battaglia fondamentale per le nostre comunità.

Alberi per il Futuro, è una iniziativa di partecipazione ambientale trasversale e si svolge senza alcun simbolo politico. Gli alberi, come l’aria, sono un bene comune di tutti. La forestazione urbana è una delle misure di mitigazione necessarie per combattere l’inquinamento ed i cambiamenti climatici. Ogni albero produce l’ossigeno necessario alla vita di quasi tre esseri umani. Ci saranno nuove piantumazioni in tantissime città. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha già dato il proprio sostegno politico a questa iniziativa di volontariato ambientale aperta a tutti.

COME PARTECIPARE: L’iniziativa è aperta a tutte le amministrazioni comunali, tutti i gruppi nei consigli, associazioni e cittadini.

Chi desidera aderire e ricevere le informazioni per organizzare #AlberiPerIlFuturo 2018 nel proprio Comune può compilare il form su www.alberiperilfuturo.it. Diverse Regioni e vivai regionali/forestali forniscono gratuitamente alberi alle amministrazioni comunali che ne fanno richiesta entro la fine di settembre.

Al lavoro per il bene comune! Chi pianta un albero mette radici nel futuro.



Grottaferrata per gli olivi serve un intervento urgente.

Possiamo ancora salvare gli olivi dei nostri parchi, ma serve un intervento urgente.

Molte piante sono affette da ben due problematiche molto aggressive, una è classificata

come "Rogna" e colpisce le piante con potature trascurate in situazioni climatiche determinate da grandi

sbalzi ti temperatura seguiti da periodi di umidità eccessiva.

Questa malattia batterica, purtroppo, viaggia lungo il flusso linfatico, dunque bisogna intervenire

prima possibile sulle piante malate,

potare tutti i rami che presentano escrescenze tumorali e distruggere il tutto con le fiamme,

avendo cura di non contaminare le piante ancora non infette.

Il secondo problema è rappresentato dal disseccamento rapido dell'olivo;

è una fitopatologia che colpisce le piante di ulivo, manifestandosi con disseccamenti del lembo delle foglie,

dapprima limitati a rami isolati, poi estesi a intere branche della chioma fino a colpire anche l’intera pianta.

Se vogliamo che gli olivi dei nostri parchi e dei nostri giardini continuino ad accompagnare 

le nostre passeggiate,

dobbiamo sollecitare questa amministrazione ad un celere intervento.

Roberto Zorro

 
 

Grave incidente su via  Anagnina altezza del civico 96

Grave incidente su via  Anagnina all'altezza del civico 96.
Un furgone salendo su via  Anagnina a forte velocità , giunto all'altezza dell'ex vialetto di capri
invece di effettuare la curva si schiantava su tre auto che proseguivano in senso opposto a bassa
velocità.
Gli abitanti del posto raccontano che in quel punto gli incidenti di questo tipo
sono molto frequenti, alla pericolosità della curva si aggiunge la continua rottura delle tubature
dell'acqua proprio nell'ex vialetto di capri. L'ultima è stata riparata alcuni giorni fa, ma purtroppo
solo dopo che un ragazzo con un ciclomotore è caduto sull'asfalto reso scivoloso dall'acqua.
Acea ato2, che è responsabile della manutenzione, ad un incontro con le amministrazioni locali
aveva garantito che entro la fine del 2018 gli interventi su segnalazione guasti sarebbero stati risolti
entro 72 ore . Ad oggi siamo oltre 20 giorni
Roberto Zorro

Fuori i responsabili e nuovi investimenti per la sicurezza.

Mai più morti per il crollo di un ponte

Genova: è ora di presentare il conto a chi ha truffato gli italiani

editoriale di Marco Travaglio
sul Fatto Quotidiano del 15 agosto 2018

Quando un viadotto autostradale si sbriciola in un secondo seppellendo morti e feriti, tutte le parole sono inutili. Ma quelle di chi incolpa la pioggia, il fulmine, il cedimento strutturale, la tragica fatalità imprevedibile, il destino più cinico e più baro della “costante manutenzione”, sono offensive. Se l’ennesima catastrofe da cemento disarmato si potesse prevedere, lo accerteranno i tecnici e i giudici. Ma che si potesse prevenire già lo sappiamo, visto che il ponte Morandi aveva due gemelli italiani, di cui uno già a pezzi e l’altro in manutenzione: per tenere sotto osservazione il terzo non occorreva uno scienziato, bastava il proverbio “non c’è il 2 senza il 3”. Se “il monitoraggio era costante”, allora faceva schifo. Se non c’erano “avvisaglie”, è perché non erano state rilevate. Ora, come dopo ogni terremoto o alluvione di media entità e di enorme tragicità, rieccoci a far la conta dei morti e dei danni, mentre le “autorità” giocano allo scaricabarile. E i palazzinari e i macroeconomisti si fregano le mani per gli affari e gli effetti sul Pil della ricostruzione.
Se il “governo del cambiamento” vuole cambiare qualcosa, deve partire proprio di qui. Cioè da zero. Con scelte di drastica discontinuità col passato: rivedere le concessioni ai privati che lucrano sui continui aumenti delle tariffe in cambio di manutenzioni finte o deficitarie; e annullare le grandi opere inutili, dal Tav Torino-Lione in giù, per dirottare le enormi risorse (anche ridiscutendone la destinazione con l’Ue) su piccole e medie opere di manutenzione, prevenzione e ammodernamento delle infrastrutture esistenti (finora ignorate perché la grandezza dei lavori e delle spese è direttamente proporzionale a quella delle mazzette). Da quando i partiti che hanno sgovernato finora hanno perso le elezioni e il potere, non fanno che esortare i successori a non disperdere il grande patrimonio ereditato. Invece proprio questo un “governo del cambiamento” deve fare: buttare a mare la pseudocultura dello “sviluppo” gigantista e della “crescita” faraonica; e invertire la scala dei valori e delle priorità. Il crollo di ieri ci dice che un ponte pericolante, figlio di un sistema marcio e corrotto, fa più danni di tutti i terroristi islamici, i migranti clandestini, le epidemie di morbillo e le altre “emergenze” farlocche o gonfiate che occupano l’agenda industrial-politico-mediatica. Se vuole cambiare seriamente, il governo si occupi di cose serie con politiche serie. Confindustria, Confcommercio, Confquesta, Confquellaltra e i loro giornaloni si metteranno a

strillare? Buon segno: è a furia di dar retta a lorsignori che siamo finiti tutti sotto quel ponte.[…]

 

Ufficiale: il ministro della difesa Trenta ha inviato la lettera per risolvere il contratto dell'Air Force Renzi

di Elisabetta Trenta, ministro della Difesa

Oggi mettiamo definitivamente un punto all'arroganza al potere. Oggi si chiude del tutto la storia dell'Airbus di Matteo Renzi, un aereo costato complessivamente 150 milioni di euro in 8 anni. Ma vi rendete conto? 150 milioni di euro: forse il prezzo che Renzi aveva dato al suo smisurato ego. E noi, sia chiaro, con questo atto simbolico abbiamo cercato solo di normalizzare le cose. Il nostro è un semplice tributo alla normalità. Da quando sono ministro ho volato spesso a Bruxelles per i vertici Nato e i Consigli Affari Esteri dell'Ue. Ho volato a Londra, in Tunisia, in Libia come sapete. E nei prossimi giorni sarò anche in Libano, dove l'Italia ha ripreso con orgoglio il comando della missione Unifil. Ecco, in nessuno di questi casi c'è mai stato bisogno di un aereo così!

Vi assicuro che un aereo di queste dimensioni sarebbe stato destinato a viaggiare sempre vuoto. Vi sto raccontando tutto questo anche per fare luce sulla disinvoltura con cui i precedenti governi hanno usato i soldi pubblici, ovvero i soldi, di noi cittadini. Ho inviato la lettera con cui ho chiesto alla Direzione degli Armamenti Aeronautici la risoluzione del contratto dell'Airbus di Renzi. L’oggetto è "Risoluzione del contratto". Questa è la prima notizia! La seconda è che proprio poco fa la Direzione degli Armamenti Aeronautici ha scritto ad Alitalia convocando la compagnia in una riunione per il 7 agosto, quando le due parti concorderanno i termini della risoluzione del contratto.

Il 7 agosto, si chiuderà quindi un'era: l'era egli sprechi e dei privilegi. Il prossimo 7 agosto, finalmente, questo Paese tornerà ad essere normale. Ovviamente l'aereo è solo il tassello di un grande mosaico che dobbiamo ricostruire. Gli sprechi e i privilegi da abbattere sono ancora molti, nei vari ministeri e non solo.

Ma siamo al lavoro, giorno dopo giorno, per migliorare le cose e restituire all'Italia l'immagine che merita e che, oltre a ogni cosa, le rende giustizia.


PUNTO N. 13 

PER LA QUALITÀ DELLA VITA DEGLI ITALIANI

LOTTA A CORRUZIONE, MAFIE E CONFLITTI D’INTERESSE
• Modifca 416 ter sul voto di scambio politico mafoso
• Riforma della prescrizione
• Daspo per i corrotti
• Agenti sotto copertura
• Intercettazioni informatiche per reati di corruzione


Il ministro dei rapporti col Parlamento e della democrazia diretta del Governo del Cambiamento: Riccardo Fraccaro

di Riccardo Fraccaro

L’incarico di Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta è un immenso onore. Lavorerò con dedizione e responsabilità per valorizzare la centralità delle Camere e la partecipazione attiva dei cittadini. Questo Governo è il coronamento del percorso che il MoVimento 5 Stelle ha intrapreso sin dal 2009.

La Costituzione prevede due forme di esercizio della sovranità popolare, correlate e complementari: la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta. Il Parlamento può e deve adempiere al proprio ruolo nell’ottica di una funzionalità rinnovata all’interno del quadro istituzionale, legiferando con cura e attenzione alle istanze del Paese reale. Sarà prioritario introdurre anche nuovi strumenti di democrazia diretta, a partire dal referendum propositivo che consente ai cittadini di partecipare al potere legislativo vincolando i propri rappresentanti al pieno rispetto della volontà popolare.

La democrazia diretta è nel Dna del MoVimento 5 Stelle e sarà al centro della nostra azione di governo. Ha inizio una nuova stagione politica, mi impegno ad esercitare le mie funzioni; al servizio esclusivo del Paese insieme al Presidente Giuseppe Conte e a tutto il Consiglio dei Ministri. Il Governo del cambiamento è realtà. Grazie a tutti i cittadini.

Nasce il Governo del Cambiamento!



Questo è il programma che l'universo degli italiani, che ha votato Movimento5stelle, si auspica venga attuato dai suoi PORTAVOCE .

Ora dobbiamo controllare che questo contratto 

sia rispettato

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MoVimento 5 stelle Grottaferrata

 
 

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